giovedì 22 maggio 2014

Corso di fotografia on line gratis. Come fare foto migliori: Esposizione (parte 2)

Continuiamo a parlare di esposizione. Dopo aver visto il diaframma e l'otturatore, cercherò di farti capire in modo semplice cosa si intende per Sensibilità alla luce e la sua applicazione alle macchine analogiche (pellicola) e digitali (sensore).

Ogni volta che devi fotografare qualcosa è necessario impostare la coppia Diaframma/Tempo. Per scegliere questi due elementi devi prima sapere quanto è sensibile alla luce il supporto adibito a rilevarlo. Mi spiego meglio. 

Nel caso delle macchine analogiche il supporto è la pellicola. Mentre nelle fotocamere digitali è il sensore. A breve vedremo separatamente i due casi. La sensibilità alla luce viene misurata in ISO, ma ci sono altre scale di misurazione oggi meno usate (ASA e DIN). Cercherò adesso di spiegarti una delle più profonde differenze fra le macchine fotografiche analogiche e quelle digitali.

Se usi la pellicola per fotografare, e quindi sei in analogico, sarà tua cura accertarti, prima di inserire il rullino, qual'è la sua sensibilità alla luce. Puoi trovare questa informazione fondamentale stampata sulla confezione e sull'involucro che contiene la pellicola (rullino).

Devi cercare la scritta ISO o ASA e leggere il valore accanto. Se il valore corrisponde ad un numero inferiore a 100, hai fra le mani una pellicola poco sensibile. La possiamo definire Lenta. Dovrai usare dei tempi di scatto più lenti (rischiando il mosso) o dei diaframmi più aperti (rischiando di avere a fuoco solo il soggetto). Molto indicata per le foto di soggetti immobili ma anche per sbizzarrire la creatività.

Se il valore ISO è compreso fra 100 e 400 la pellicola ha una sensibilità alla luce media, quindi, affinché la luce possa impressionarla, bastano tempi di posa e diaframmi medi. Sono pellicole adatte alla stragrande maggioranza delle fotografie. Con la giusta luce ti permettono di usare dei valori di diaframma che evitano le sfocature dovute alla profondità di campo, e tempi di posa tali da fermare il movimento sul fotogramma.

Le pellicole con valori ISO superiori a 400 possono essere definite Rapide. Con queste possiamo usare tempi veloci e diaframmi chiusi. Vengono impiegate in situazioni di scarsa illuminazione, come ad esempio durante uno spettacolo a teatro o per fotografare un paesaggio notturno.

La differenza è data da una sostanza fotosensibile detta Emulsione, posta sulla pellicola stessa. Stiamo parlando del Nitrato D'Argento. Per farla semplice, puoi immaginarlo sotto forma di "cristalli" molto piccoli nelle pellicole poco sensibili o lente. Più grandi ed evidenti in quelle molto sensibili o rapide. 

Mano a mano che aumenta la grandezza dei cristalli abbiamo detto che aumenta la sensibilità, ma per ottenere ciò bisogna pagare un prezzo. Questi cristalli generano un disturbo, definito Grana, sulla stampa finale della fotografia. Questo disturbo aumenta con l'aumentare della sensibilità.

Questo "difetto" può essere anche sfruttato creativamente, spesso  per dare un effetto fotografico voluto nelle foto in bianco/nero di tipo artistico. 
Una volta che hai capito per sommi capi a cosa si riferisce il numero ISO/ASA del tuo rullino, impostalo sulla macchina fotografica analogica così che l'esposimetro della macchina potrà consigliarti qual'è la coppia migliore Diaframma/Tempo, basandosi sulla sensibilità della pellicola che hai inserito.

Una cosa è certa, se al momento dello scatto ti accorgi di aver messo una pellicola sbagliata puoi fare ben poco. Una delle differenze col digitale è che puoi cambiare la sensibilità anche ad ogni scatto senza dover cambiare pellicola. Vediamo come!

Il sensore nelle macchine digitali, come le pellicole, ha una sensibilità alla luce impostata dalla fabbrica. La luce che entra dall'obiettivo, colpisce il sensore e viene trasformata in un segnale elettrico. Il segnale è inviato al processore della macchina fotografica che, dopo averlo elaborato, lo registra su una scheda di memoria.

L'elaborazione non fa altro che amplificare o abbassare elettricamente il segnale in base all'ISO che noi abbiamo impostato. Nel caso del digitale si parla di ISO equivalenti. Ti faccio un esempio pratico paragonando il tutto ad un autoradio.

Ti sarà capitato sicuramente di viaggiare in auto con un sottofondo musicale, ad un certo punto inizia il Tg e vuoi ascoltare le ultime notizie. Non senti bene e allora che fai? Alzi il volume! Ma girando la manopolina del volume non stai facendo parlare più forte il giornalista, stai solo amplificando la sua voce sfruttando un congegno elettrico.

Quindi, aumentando gli ISO, non aumenti la sensibilità del sensore, ma ne amplifichi o ne smorzi il segnale proveniente da esso.

Anche qui il tutto non funziona senza lasciare qualche vittima sul campo di battaglia.  Continua ad immaginarti in auto mentre ascolti le notizie. Hai appena alzato il volume e ti accorgi di qualcosa che prima sembrava non esserci, ma adesso c'è. Un fruscio, un disturbo. In effetti c'era anche prima ma non te ne sei accorto perché tenevi il volume basso. Amplificando il volume amplifichi anche il rumore di fondo.

Amplificando la luce elettronicamente amplifichi anche il rumore generato dal sensore.   
Questo rumore si manifesta sotto forma di punti, che saltano subito all'occhio perché di diverso colore rispetto a ciò che gli stà intorno. Spesso il disturbo è più evidente nelle parti più scure e più chiare della fotografia. Tanto più elevata è la sensibilità a cui hai scattato, tanto più il disturbo sarà evidente. Viene tristemente paragonato alla grana della pellicola, ma io non lo trovo opportuno, anzi, a mio parere è proprio brutto.

Più avanti avrai modo di capire la differenza fra i vari sensori. Per adesso ti basti sapere che a parità di risoluzione (megapixel), maggiore è la dimensione del sensore e minore sarà il disturbo generato. Viceversa a sensori piccoli corrisponde un maggior rumore.

Fai conto di avere dieci ochette starnazzanti, tutte insieme producono un rumore. Se le metti in una gabbia strette e vicine protesteranno facendo più rumore. Se invece le liberi in un recinto molto grande si disperderanno e le sentirai di meno.

Nel sensore abbiamo degli elementi deputati alla cattura della luce: i Fotositi. Più ne hai, più è alta la risoluzione. Mettere 16 megapixel in un sensore molto piccolo, ad esempio quello della compatta, significa doverli avvicinare troppo ammassandoli. In un sensore più grande come quello della reflex puoi distribuirli meglio. 

Da questo capisci come una compatta e una reflex siano differenti. A parità di megapixel, un sensore più grande genera una fotografia con meno rumore ad ISO equivalenti molto alti. Nelle compatte ti sconsiglio vivamente di andare oltre determinate risoluzioni, spesso più megapixel può significare più problemi alle alte sensibilità.

Detto ciò è facile dedurre che, sia nell'analogico che nel digitale, la scelta della sensibilità ISO influisce in modo diretto sull'impostazione del diaframma e del tempo di posa, contribuendo all'esposizione.

Abbiamo detto che, per dimezzare la luce col diaframma, devi passare ad un numero più grande. Quindi, se ti trovi ad  f 4 e passi ad  f 5.6, avrai la metà della luce. Invece, per raddoppiare la luce devi passare da un numero più grande ad uno più piccolo. Se ti trovi  ad  4 e passi ad  f  2.8 otterrai circa il doppio della luce.

Sai che puoi agire anche sul tempo di posa per ottenere la stessa cosa. Passando da un tempo di posa di 1/250" ad uno di 1/125" avrai il doppio della luce. Se invece passi da 1/250" ad un tempo di posa di 1/500" avrai la metà esatta della luce.

Per quanto riguarda la sensibilità, la luce raddoppia man mano che aumenti gli ISO. Se passi da ISO 200 a ISO 100 dimezzi la quantità di luce. Se da ISO 200 passi a ISO 400 raddoppi la luce. 
In pratica, se vuoi esporre correttamente la tua fotografia, puoi avvalerti di questi tre espedienti (ISO, diaframma e tempo), componendoli di volta in volta a seconda delle tue esigenze. Al variare di uno dei parametri, dovrai compensare la luce in più o in meno, variando uno solo o entrambi gli altri parametri, ottenendo la stessa esposizione ma con risultati differenti. 

Quando mi chiedono qual'è l'esposizione più corretta per fare una foto, rispondo sempre che è dentro di noi. Se ci fossero dei valori perfetti da applicare ad ogni occasione, la fotografia sarebbe monotona, sempre uguale a se stessa. Il tuo cuore e la tua creatività fanno la differenza.


Danilo Castro





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