lunedì 5 maggio 2014

Corso di fotografia on line gratis. Come fare foto migliori: Gli Obiettivi (parte2)

     Completiamo il discorso sugli obiettivi iniziato nel precedente articolo dal titolo: Corso di fotografia on line gratis. Come fare foto migliori: Gli Obiettivi (parte1)", scoprendo  i meccanismi che li compongono e cosa ti permettono di ottenere. Il tutto sempre esposto in modo facile da capire per tutti e con un pizzico di ironia che non guasta mai. Pronto? Iniziamo!

     Nel precedente post abbiamo visto come, inquadrando il nostro soggetto da una distanza di 2 metri con obiettivi di focale diversa, si ottengano immagini diverse. Usando un 24 mm si hanno vedute ampie in cui è compreso il nostro soggetto, usando invece un 400 mm, potremo ottenere dei particolari dello stesso soggetto.

     Ma cosa accadrebbe se volessimo fare quattro fotografie, con la stessa inquadratura del soggetto, usando obiettivi di focale diversa?

     Semplice, potresti finalmente renderti conto delle diverse potenzialità date dai singoli obiettivi. Vediamo come fotografando per l'ennesima volta il triciclo di mio figlio!
Quattro obiettivi con distanza focale diversa per la stessa inquadratura.
   
     Nella figura puoi vedere che, inquadrando il triciclo con un 24 mm, quindi un grandangolo, da una distanza di 35 centimetri, riusciamo ad inglobare nel nostro scatto il faro e parte del manubrio. Usando un 50 mm, che abbiamo definito normale, per ottenere la stessa inquadratura dovrai spostarti ad una distanza doppia, 70 centimetri. Con un 100 mm, appartenente alla categoria dei teleobiettivi, dovrai posizionarti ad 1,5 metri, e se poi prendiamo in considerazione un 400 mm, dovrai arretrare rispetto al soggetto di oltre 5 metri!

     Ma non noti nient'altro? Guardando attentamente potrai notare come le diverse focali si comportano man mano che passi da obiettivi grandangolari ai tele: lo spazio percepito fra il triciclo e la porta sembra restringersi.

  Quindi useremo un grandangolo volendo dare tridimensionalità a ciò che sta dietro al soggetto oppure un tele volendo far apparire tutto più vicino. Dipende dalle tue esigenze di racconto.

   Altra differenza che si può notare è la sfocatura dello sfondo. Mentre le ottiche corte o grandangoli tendono a lasciare tutto pressappoco a fuoco, i tele sono più propensi a tenere a fuoco porzioni di campo ristretto davanti e dietro al soggetto, isolandolo dallo sfondo. Calmo! A breve vedremo perché, parlando della Profondità di campo nitido e come sfruttarla a nostro favore!  Per adesso concentrati sul funzionamento degli obiettivi.

      Il primo meccanismo che noterai in un obiettivo è quello del fuoco. Non si scappa, senza usarlo rischi di non vedere nulla nella tua foto oppure di vederla male. Questo ti permette di rendere nitidi e ben definiti i contorni dell'immagine.

    Per questo esempio scomoderemo niente poco di meno che: il Gobbo porta fortuna. Non  sono superstizioso, per carità, ma non si sa mai, magari mi aiuta a uscirne vivo da questo discorso nel tentativo di rimanere comprensibile senza scomodare la fisica!

     Dunque, se ne hai uno di questi con te, le probabilità di riuscire a mettere a fuoco aumentano oppure puoi capire come si fa e stare tranquillo anche senza amuleti.
     
   Agendo sulla messa a fuco, per mezzo di automatismi o manualmente, non facciamo altro che allontanare o avvicinare la lente del nostro obiettivo dal piano focale, a prescindere che esso sia costituito dalla pellicola o dal sensore o da un telone, come nel caso di un proiettore.

     Qualunque tipo di fotocamera sia in tuo possesso, puoi agire sul fuoco ruotando la ghiera sull'obiettivo stesso, se lavori in manuale, o sfruttando i comandi servo-assistiti della fotocamera in modalità Autofocus, premendo il tasto di scatto a metà corsa.

     Purtroppo sono poche le compatte in commercio che ti lasciano la possibilità di operare sul fuoco manualmente, a dirla tutta alcune di queste belle macchine non sono più nemmeno in produzione, quindi se possiedi una compatta non resta altro che leggere per capire cosa fa la fotocamera quando mette a fuoco automaticamente.

     Adesso cerchiamo di capire cosa accade senza entrare troppo nel tecnico. Immagina che tutta la luce che attraversa la lente, o un insieme di esse, finisca per convergere su unico punto, posto su un asse passante per il centro della lente stessa. Chiameremo questo punto: Punto focale
     
     Mettendo a fuoco quindi, non facciamo altro che spostare il punto focale fino a farlo coincidere esattamente col piano focale, posto sul sensore o sulla pellicola, dove si formerà un immagine nitida del nostro soggetto. Prima di svenire o farti uscire sangue dal naso, dai un occhiata allo schema semplificato di quanto appena espresso. 
Schema semplificato di messa a fuoco
      Nei casi A e C dell'esempio sopra, il punto focale (2) converge in un punto diverso dal nostro piano focale (3), ottenendo la sfocatura. Nel caso B il punto focale (2) ed il piano focale (3) coincidono e quindi vediamo l'immagine nitida e dai contorni ben definiti.

     Altro elemento fondamentale negli obiettivi è il diaframma, il quale determina la quantità di luce che può passare attraverso l'obiettivo. E' costituito da una serie di lamelle mobili che possono variare la loro posizione lasciando un apertura più o meno grande. Il diaframma viene identificato dalla lettera f  o dal simbolo del diametro ø .

     Negli obiettivi completamente manuali trovi una ghiera che procede a scatti e non fluidamente come quella del fuoco. Ad ogni scatto corrisponde un apertura diversa con una numerazione (f 1.4 - f 2,8 - f 4 - f 5,6 - f 8 - f 11 ecc.). Negli obiettivi servo-assistiti questa ghiera non esiste e si agisce tramite apposite rotelline poste sulla macchina fotografica. 

     Nelle compatte ci sono delle funzioni che ti permettono di agire sul diaframma da menù o con appositi tasti sulla fotocamera. Sui tablet e sugli smartphon, per intenderci quelli tipo I-Pad e I-Phone, si agisce tramite lo schermo touch.
funzionamento del diaframma.
     I numeri più piccoli identificano diaframmi che lasciano passare una quantità maggiore di luce, mentre quelli più grandi ne lasciano attraversare meno. La cosa importante da ricordare è che man mano che procedi chiudendo il diaframma, per esempio da  f 1.4 verso  f 2.8, dimezzi la quantità di luce che passa.

  Immagina il diaframma come un rubinetto. Se il rubinetto è completamente aperto (es. diaframma  f 2.8) dal tubo passano 4 litri al secondo di acqua. Chiudendo di uno scatto il rubinetto (diaframma f 4) dal tubo passano solo 2 litri al secondo, esattamente la metà. Se poi chiudi ancora (diaframma f 5.6) dimezzi ulteriormente lasciando passare 1 litro al secondo e cosi via.

    Il diaframma quindi ti permette di decidere quanta luce prendere, ed insieme ad altri due elementi, tempi di posa e sensibilità ISO, determina l'esposizione della foto. Ma questo verrà trattato in  capitoli a parte. 

     Al momento è sufficiente sapere che diaframmi identificati da numeri bassi, quindi maggiore apertura, rendono la foto più luminosa, mentre quelli con numeri alti e apertura più piccola, rendono la foto più scura. Guarda l'esempio in basso di tre foto scattate con diaframmi diversi. Per l'esempio mi sono dovuto servire del "Signor Dinosauro" perché mio figlio è in giro con il triciclo!
tre diversi diaframmi fanno passare una quantità di luce differente.
     Il Signor Dinosauro, che tutti i bravi genitori conoscono benissimo, ha posato per noi per realizzare questi tre scatti con diaframmi diversi, nello specifico f  6.3, f 8.0 ed  f 10. Si vede chiaramente come, passando da un numero più piccolo ad uno più grande, si ottengano risultati via via sempre più scuri.

     Per le leggi della fisica, che in una chiacchierata del genere non enunceremo, la luce, attraversando il diaframma, subisce dei "mutamenti" in termini di qualità. Per veloci chiarimenti comunque puoi sempre usare i commenti in fondo alla pagina. Se invece volessi approfondire in modo più serio puoi sempre contattarmi.

     Al variare del diaframma, oltre alla quantità di luce, cambieremo anche la Profondità di campo nitido. In pratica la porzione di campo alle spalle del soggetto e davanti ad esso, messe a fuoco bene o in maniera comunque accettabile. Questa porzione si suddivide in 1/3 davanti al soggetto e 2/3 dietro.
schema di profondità di campo nitido

     Ogni volta che metti a fuoco un punto ben preciso, in base alla focale dell'obiettivo ed al diaframma impostato, avrai una profondità di campo diversa. La profondità di campo maggiore la otterrai con focali corte (grandangoli) e diaframmi molto chiusi (f grandi). Via via che apri il diaframma (f piccoli) e usi focali lunghe (tele), la porzione di spazio messa a fuoco insieme al soggetto sarà minore.
esempio profondità di campo
     L'esempio fotografico mi permetterà di essere più chiaro. Ho sistemato tre mattoncini sul tavolo in modo da essere sfalsati fra di loro per esser visti tutti insieme nell'inquadratura. Come puoi vedere nella vista laterale, sono egualmente distanziatati fra loro di qualche centimetro. Per questi scatti mi servirò di un 70 mm quindi un medio-tele.

     Cliccando sull'immagine poui ingrandirla per apprezzare meglio quanto sto per dirti.

     Usando un diaframma chiuso, ad esempio f 8.0 e mettendo a fuoco il mattoncino verde al centro, anche gli altri sono pressappoco messi a fuoco, quello blu in fondo è meno sfocato di quello rosso davanti perché, come abbiamo visto nello schema sopra, la porzione messa a fuoco dietro al soggetto è doppia rispetto a quella davanti.

     Se invece apro il diaframma, arrivando a f 1.4, mettendo a fuoco il mio soggetto in verde, vedremo che la profondità di campo si è abbassata spaventosamente: adesso i mattoncini dietro e davanti al soggetto sono entrambi sfocati.

     Viene spontaneo dire: fotografo sempre con diaframmi chiusi per evitare le sfocature! Vero, ma solo in parte. Se vuoi, ad esempio, delle bellissime foto di panorami con colori anche molto intensi, è la strada migliore. 

     Se usi una compatta e vuoi ottenere questo risultato sposta lo zoom verso il  grandangolo (tasto W) e imposta il preset Panorami. Di solito è identificato da un simboletto con una montagna e una nuvoletta. Il processore della compatta capirà che vuoi ottenere foto completamente nitide e chiuderà il diaframma per farti ottenere il risultato sperato.

     Ma perché usare allora diaframmi aperti se rischio la sfocatura? Nel caso di un ritratto, ad esempio, o quando vuoi far concentrare gli sguardi in un unico punto messo a fuoco, dove tutto il resto è solo "colore", fa contorno ma non deve distogliere l'attenzione. 

     Come nella foto qui sotto, dove solo Valentina è messa a fuoco ed il resto contribuisce solo in termini di luce e colore, senza distrarci dai suoi occhi, il vero ed unico punto di messa a fuoco. Se avessi usato un diaframma chiuso, anche una sfilza di ciclomotori sullo sfondo sarebbero stati messi a fuoco, disturbando l'occhio di chi osserva.
Modella: Valentina Fiasco.
     Per i possessori di compatte c'è poco da fare, non è possibile ottenere un risultato del genere. Ma possiamo sempre avvicinarci a qualcosa di simile. Si usa il preset Ritratto, che farà in modo di aprire il diaframma. Di solito è rappresentato da un icona con una persona a mezzo busto disegnato all'interno di un quadrato. Bisogna che ti mantenga distanti dal soggetto e usi lo zoom della fotocamera andando in tele (tasto T). Non ti prometto miracoli ma sicuramente riuscirai ad isolare un pò il vostro soggetto.

     Come dico sempre, il miglior corso di fotografia che puoi seguire sta nel libretto di istruzioni della fotocamera. Conoscendo bene cosa hai nelle mani, saprai come tirarci fuori quello che hai in testa.

     Guarda meglio la foto con i mattoncini relativa alla profondità di campo, ti renderai conto che ho inserito altri due parametri di cui ancora non abbiamo parlato: ISO e Tempo di posa. Questi, insieme al diaframma, ti permettono di dare la corretta luce alla foto, ma non solo, tutti e tre sono i migliori amici di un fotografo creativo!

     Lo vedremo nel prossimo articolo dove parleremo di Esposizione e molto altro ancora

Danilo Castro


Potrebbe anche interessarti: 

 

Se il post ti è piaciuto usa i tasti in fondo alla pagine e condividi queste informazioni anche con i tuoi amici.
 






Share on Google+

4 commenti:

  1. Bello il nuovo look , lo sfondo bianco rende più facile la lettura. Il tuo modo di spiegare le lezione è semplice ed intuitivo, oltre che spiritosissimo!! Come al solito faciliti la comprensione delle varie funzione della nostra macchinetta con i tuoi esempi chiarissimi .... non vedo l'ora di andare a provare i nuovi insegnamenti appresi ... grazie ...alla prossima lezione ...anche se rileggerò queste più volte per imparare meglio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Luisa! Mi sono reso conto che spiegare queste cose in modo semplice non è affatto una passeggiata. Devo stare attento ai termini che uso e a cosa dico, sia per essere comprensibile anche da chi si avvicina all'argomento per la prima volta, ma nel semplificare troppo certe volte vengo bacchettato da qualche collega più purista! Ci metto molto di mio, per chi mi conosce sa che amo ridere e scherzare, insomma professionali si, ma senza prendersi mai troppo sul serio altrimenti la vita sarebbe troppo noiosa!

      Elimina
  2. Grazie per aver fatto i tanto attesi riferimenti alle compatte, pochi ma buoni! Naturalmente gia' messi in pratica con ottimi risultati hihihihi :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi hai comprato il corno rosso? Ahahaha Sono contento!

      Elimina